Tra le varie tecniche utilizzate per la realizzazione di sedie dal design innovativo ed originale, vi è certamente la tecnica del rotostampaggio o stampaggio rotazionale.
Tale tecnica, ormai in uso da molto tempo, consisite nel nell’introdurre il materiale plastico in polvere in uno stampo cavo che viene fatto ruotare (generalmente intorno a due assi) e viene riscaldato, in modo che il materiale fonda e possa aderire alle pareti in maniera omogenea. Quindi lo stampo viene raffreddato ed aperto, quindi il manufatto viene estratto, in genere manualmente.
Descrizione del processo del rotostampaggio – Il processo di stampaggio rotazionale coinvolge le seguenti fasi:
1 lo stampo viene caricato con il polimero (generalmente in polvere) e viene chiuso;
2 lo stampo viene fatto ruotare (lungo uno o due assi) all’interno di un forno, allo scopo di innalzare la temperatura del materiale e farlo aderire alle pareti dello stampo; tale fase deve svolgersi in un tempo idoneo: tempi troppo lunghi porterebbero infatti al degrado del materiale, mentre tempi troppo brevi non permetterebbero l’ottenimento di un materiale abbastanza omogeneo;
3 lo stampo viene raffreddato (tramite getti di aria o acqua nebulizzata) in modo che il materiale solidifichi e che si abbia il fenomeno del ritiro (intorno al 2% nel caso delpolietilene lineare a bassa densità), il quale facilità la successiva fase di estrazione del pezzo dallo stampo; tale fase di raffreddamento avviene in genere in una decina di minuti; durante questa fase si ha una variazione della densità apparentedel materiale; ad esempio nel caso del polietilene lineare a bassa densità (o LLDPE, che è il materiale più utilizzato nel rotostampaggio[senza fonte]) si ha una densità apparente iniziale (allo stato di polvere) di circa 420 g/dm3) per arrivare ad una densità finale media di circa 935 g/dm3;
4 lo stampo viene aperto in modo da avere l’espulsione del manufatto.